Archi | Tree | tecture

Padiglione Lituano alla 19ª Mostra Internazionale
di Architettura – La Biennale di Venezia

Concetto

Il progresso avanza, per antonomasia.

I ritmi della vita accelerano, continuamente.

Come un ritorno alla cooperazione fra genius loci e una rinnovata sensibilità morale possono ridiventare parametri di valutazione e comprensione per la nuova architettura che si interfaccia con la società moderna e la sua fluidità?

In un tempo geologico considerato infinitesimale, il paesaggio di un quartiere cambia radicalmente, incalzato dai massicci investimenti del nuovo piano di sviluppo. Alberi di quercia secolari, che hanno resistito per generazioni e con i quali gli abitanti identificano la loro appartenenza al luogo, vengono sostituiti senza lasciare traccia dalla sera alla mattina.

Ma non si tratta solo di questo. Le trasformazioni più piccole e spesso controverse, alterano profondamente e dolorosamente l'ambiente urbano storico considerato "familiare" per i suoi abitanti.

L'azione stessa di tagliare alberi scatena massicce proteste da parte dei residenti che esprimono insoddisfazione per i cambiamenti forzati che queste decisioni apportano al loro habitat, alla qualità della vita, al deterioramento del clima urbano e alla conseguente perdita di memoria storica.

La posizione degli architetti e la validità dei loro progetti svolgono un ruolo cruciale evidentemente in questo scenario.

Il Padiglione Lituania con la sua mostra intitolata "Archi / Tree / tecture", offre uno spazio di riflessione dove invita tutti ad esplorare nuove relazioni possibili tra le diverse architetture e nature urbane.

La mostra si apre con un'installazione di un ceppo d'albero sradicato, che funge da innesco emotivo, incarnando la realtà di ciò che si perde, sia fisicamente che simbolicamente, quando le radici che sostengono la vita vengono recise.

Prosegue con modelli architettonici di progetti di fine XX e XXI secolo ispirati all'ambiente naturale, in particolare agli alberi autoctoni. L'esperienza è arricchita da un'installazione audiovisiva proiettata su un cubo bianco, metafora del collegamento architettura, natura e creazione umana.

Il padiglione funziona come uno spazio aperto, comprendente una nuvola di idee che si evolve lungo il percorso, promuovendo un dialogo multiculturale tra professionisti, architetti, ricercatori e creativi da oltre una dozzina di università europee.

Autore:

Prof. Arch. Gintaras Balčytis